lunedì 16 aprile 2012

Capitolo 4 - La Pozione D'Amore

Ognuno di noi, nel corso della propria infanzia o adolescenza, ha avuto un periodo pseudo mistico; è inutile negarlo perché sarebbe una bugia enorme. Una menzogna grande come "La madre di Britney Spears ha scritto davvero i libri che hanno il suo nome in copertina!" per intenderci, o come "Il fondoschiena di Jennifer Lopez piace a tutti e noi siamo felici di vederne ostentato l'orgoglio in ogni suo video!" per essere ancora più chiari.
Ora abbandoniamoci ai ricordi e proviamo a ricostruire la drammatica situazione: c'era chi credeva di poter spostare gli oggetti con un solo movimento della mano o uno sguardo agghiacciante, chi era convinto di riuscire a prevedere il futuro semplicemente immaginando qualche zoomata sui propri occhi seguita da imbarazzanti effetti sonori, o chi pensava di saper scrivere un incantesimo usando un finto accento latino sentito per caso in qualche film orribile girato completamente in chroma key.
Poi c'era chi, come me, credeva di possedere tutte queste magiche abilità.
Sono certo che, in un preciso periodo, le prove tangibili delle mie esperienze soprannaturali erano diventate così numerose che ebbi la brillante idea di scriverle tutte in una specie di diario.
Purtroppo (o per fortuna) ritrovai quel quaderno pieno di fogliettini sparsi e la maggior parte dicevano qualcosa come "Oggi ho avuto una premonizione mentre la maestra interrogava Fabrizio in geografia! Ho scommesso che stava per chiedergli la Cina. E lei gli ha chiesto la Cina!". Davvero difficile da prevedere quando si avevano solo 2 pagine da studiare per quel giorno.
Oppure c'era il must radiofonico: "Oggi ho avuto un'altra premonizione! Ho pensato alla canzone Crazy di Britney Spears e dopo pochissimi minuti l'ho sentita alla radio!". Ovviamente si trattava del periodo in cui il singolo era appena uscito, per cui la casa discografica aveva pagato fior di quattrini pur di farlo passare ad ogni ora e incrementarne le vendite. Al tempo, però, ero poco istruito su queste corrotte strategie di marketing per capirlo da solo.
Seguì poi il periodo X-Files, in cui sospettavo continuamente di essere circondato da extraterrestri volenterosi di rapirmi, con le sembianze dei miei genitori e addirittura del mio cane; i miei sospetti mi portavano a fingere di andare in un'altra stanza (sottolineandolo palesemente con un "Vado di là!" quasi gridato) per rimanere invece in segreto ad ascoltare i loro discorsi o ad osservarli, impaziente del momento in cui si sarebbero tolti la maschera e rivelati come mostriciattoli verdognoli. (Quanto è orribile l'aggettivo "verdognolo", soprattutto accostato al sostantivo "mostriciattolo"! Li ho lasciati entrambi però, altrimenti non avrei potuto scrivere questo piccolo appunto linguistico.) E poi li spiavo tantissimo dal buco della serratura, ma mi facevo sempre scoprire.
Nonostante capii di esser stato suggestionato e manipolato ancora una volta dai media, non mi arresi e diedi il meglio di me in un altro ambito. Infatti toccai ufficialmente il fondo e giunsi all'apice dell'assurdo con le pozioni magiche. Accadde nel periodo in cui Halloween era la mia festa preferita perché dava quel tocco di alternativo in più ai teenager con l'acne, e la mia passione per i film a tema esplose completamente, seguita dall'amore per qualunque feticcio sul genere strega, mago, o incantesimo, per ricordare i meno imbarazzanti.
Le bollivo nei tegami in cui mia madre preparava da mangiare, e infatti non riesco a spiegarmi come sia possibile che non abbiano mai dovuto ricoverare d'urgenza nessuno di noi per intossicazione alimentare.
Devo ammettere che mi dispiace non essere riuscito a trovare alcuna traccia concreta di queste pozioni; è molto probabile che mia madre, disgustata, abbia buttato via tutto nel disperato tentativo di riordinare la camera approfittando della mia assenza. Ma i ricordi di questa folle demenza sono così chiari da non poter permettermi di sperare ancora in un equivoco.
Avevo fatto qualche tentativo amatoriale, ma la ricetta meglio riuscita (e poi collaudata) era un intruglio d'amore molto efficace.
Un pomeriggio decisi di prendere gli ingredienti più significativi che trovai a mia disposizione: decapitai le rose che mia nonna aveva piantato in giardino (in quel momento le cascate di petali mi ricordavano terribilmente l'entrata trionfale della sposa durante il matrimonio, quando deve camminare lentamente fingendosi emozionata e tutti gli invitati sono costretti a scomodare i propri colli per osservarla con finti sorrisi di cortesia; in seguito a questo episodio invece quegli stessi petali diventarono l'emblema dell'ira di mia nonna che mi inseguiva con la scopa in mano); rubai del potpourri dai cassetti della biancheria intima di mia madre (ci voleva qualcosa di profumato dato che le rose sarebbero marcite in un nano secondo durante l'ebollizione, e in più non avevo nemmeno tenuto conto del legame con l'intimità personale che avevo appena sfacciatamente violato per una manciata di fiori secchi); tagliai a metà il burrocacao di mia sorella (solo dopo aver giocato ad allungarlo ed accorciarlo come un idiota per mezz'ora urlando "Pisello moscio... Pisello duro! Pisello moscio... Pisello duro!", ma la valenza simbolica del bacio come contatto tra le labbra era fondamentale per la buona riuscita dell'esperimento, e inoltre i rossetti di mia madre erano di colori decisamente troppo da vecchia per essere usati in questa occasione); mi strappai una manciata di capelli usando delle pinzette per ciglia trovate in bagno (con qualche lacrimuccia di dolore dovuta alla mia inesperienza, ma dovevano servire ad incorporare nella miscela il mio DNA, da mischiare poi con quello contenuto nei capelli della vittima, ovviamente senza aver pensato che non sarei mai riuscito a strapparli a qualcuno con nonchalance e privo di spiegazioni plausibili); poi misi tutto a bollire nell'acqua per un numero imprecisato di minuti, pestando professionalmente gli ingredienti con un utensile di legno.
Filtrai il composto per isolare solo la parte liquida (che nel frattempo aveva assunto un romanticissimo color verde pisello in putrefazione) e ne misi un po' in una boccettina di vetro, sigillata da un tappo di sughero come quelle dei veri stregoni dei film. Mancava solo l'effetto del fumo fuoriuscente che si poteva ottenere col ghiaccio secco, ma al tempo ero davvero un incapace (anche gli esperimenti più recenti confermano questa mia incompetenza in realtà) così lasciai perdere dopo qualche tentativo e risultati scarsi, anzi, praticamente nulli.
Il piano consisteva nel tenere questa bottiglietta in una tasca per una settimana, in modo da averla sempre con me; così, pensando alla vittima e mantenendo un contatto con la pozione tramite la mano (che stringeva tutto nei pantaloni in modo molto equivoco), sarebbe scoccato l'amore.
Provai e riprovai per un lasso di tempo anche maggiore.
Inutile dire che fu tutto fallimentare, un vero insuccesso.
...In che senso?
Luke.